Perché 24Vdc anziché 12Vdc?

21/12/22

La tensione di esercizio degli apparecchi a LED, definita anche come tensione costante con la sigla Vdc (Volts of direct current – tensione continua), varia in relazione al tipo di LED e alle specifiche di progettazione. Essa indica la tensione applicata ai capi (ovvero le piazzole di alimentazione) del circuito LED, sia esso un cluster o un circuito lineare.

 

La correlazione tra la tensione (V- Volt) di alimentazione e la corrente (A- Ampere), necessariamente costringe il progettista ad effettuare una attenta valutazione del valore della tensione di esercizio, allo scopo di evitare i sovraccarichi di corrente e il conseguente aumento della temperatura in esercizio dell’apparecchio.

In ragione della consuetudine legata alle sorgenti luminose tradizionali, in particolare le alogene a bassissima tensione, nei primi anni di sviluppo degli apparecchi a LED per il mercato dell’arredo, sia i circuiti che i relativi alimentatori, sono stati sviluppati con un valore della tensione di esercizio di 12Volt.

Talvolta, mutuando le scelte progettuali del commercial lighting, sono stati proposti al mercato apparecchi alimentati direttamente in corrente costante con valori di esercizio di 350mA (0,35A) o persino di 500mA (0,5A) e 700mA (0,7A). Ma queste proposte sono state rapidamente abbandonate a causa della complessità dei circuiti di alimentazione (cablati in serie).

La vasta disponibilità di alimentatori, la corretta attesa del mercato di unificare gli approvvigionamenti di apparecchi di illuminazione, ed una clamorosa sottovalutazione tecnica di alcuni player, hanno reso molto popolare lo sviluppo di apparecchi con tensione di alimentazione @12Vdc.

Questa scelta ha tuttavia evidenziato i propri limiti, in particolare con lo sviluppo di apparecchi lineari e strip LED ad elevata densità lineare nei quali, a parità di assorbimento, la scelta di applicare una tensione di alimentazione @24Vdc ha consentito di dimezzare la corrente di esercizio.

 

 

I vantaggi di questa scelta sono considerevoli, ovvero:

  • riduzione della dimensione delle piste conduttive dei PCB e conseguente compattamento delle dimensioni della sorgente luminosa e quindi dell’apparecchio;
  • riduzione dei conduttori di alimentazione e dei relativi sistemi di connessione (cavi e connettore);
  • estensione delle dimensioni (lunghezze) delle sorgenti lineari grazie alla minore caduta di tensione;
  • maggiore disponibilità di combinazione con sistemi esterni di controllo e gestione dell’apparecchio (sensori) grazie al raddoppio del carico massimo applicabile (esempio 30W @12Vdc – 60W @24Vdc).

 

 

 

 

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